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HAMMERKLAVIER

  • Immagine del redattore: Walter
    Walter
  • 14 ago 2024
  • Tempo di lettura: 2 min


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Sul mio canale YouTube, potete trovare una performance affascinante della Sonata Hammerklavier di Beethoven, nota anche come Sonata n. 29, Op. 106, abilmente interpretata dall'eccezionale Maria Grinberg.https://youtu.be/i88zWd0wKZI


Questa composizione, Op. 106 era più di un'impresa professionale per Beethoven; serviva da santuario dagli aspetti tumultuosi della sua vita privata. Implicandosi in una profonda contemplazione che trascendeva i confini della visione cosmica, dove le tristezze e le gioie erano percepite come semplici illusioni, e immergendosi in un meticoloso lavoro scritturale, Beethoven si salvò dalla disperazione e dalla rabbia, preservando le sue capacità creative. Questo ritiro dalle sfide della vita contribuisce alla natura astratta del lavoro. Beethoven lavorò contemporaneamente alla Nona Sinfonia e delineò il progetto per la Missa Solemnis come un ulteriore rifugio dalle incertezze della vita.


Contrariamente alla percezione dell'Adagio in Op. 106 come una pagina di dolore dettata dalle circostanze, è invece un sogno espansivo. Mentre la Sonata aderisce alla struttura classica con i suoi quattro movimenti tradizionali - allegro, adagio, scherzo e finale - il piano tonale del primo movimento introduce alcune deviazioni intriganti. La prima esposizione del tema, terminata con un riposo sul dominante, è seguita da un significativo episodio transitorio in G maggiore, che porta ad un secondo tema oscillante tra C minore e G maggiore.


Nato dalla stessa concezione fondamentale della Sonata Op. 22, Op. 106 rivela Beethoven al culmine della sua capacità creativa. La connessione tra le due opere è evidente nella loro tonalità condivisa e negli schizzi musicali trovati nei notebook di Beethoven. Il disegno dell’Op. 106 è più sintetico di quello dell’Opp. 22, emerso da una mente che ha immaginato la struttura segreta del mondo durante meditazioni estatiche. I temi del fuoco fisico, il fuoco spirituale, i numeri e lo spirito creativo si fondono in un'idea singolare. Beethoven esprime questa unità nella sua dichiarazione: "Un'idea musicale porta con sé l'universalità".



Op. 106 offre uno sguardo a una profonda “ideazione cosmica”, dove la musica diventa riflesso e rappresentazione di un microcosmo simbolico. Le parole di Richard Wagner risuonano, descrivendo l'esperienza come un'introduzione all'essenza delle cose, rivelando i movimenti interiori del mondo. Wagner suggerisce che coloro che possono trasformarsi, forse spostando la loro consapevolezza abituale verso le percezioni interne, detengono la chiave dell'enigma del mondo.

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